Di umili origini emigra giovanissimo in America per poi ritornare in Italia dopo il 1910 e stabilirsi a Roma. Si afferma come sarto abile e innovatore, suo è il celebre cappotto bianco/nero, tipo optical, di Marinetti. Inventa le maniche alla raclan e per la sua originalità lo scelgono molti artisti ed intellettuali del tempo. Si avvicina alla scultura ed entra nello studio di Dazzi dove rimane fino al '22 (nel '21 debutta alla 1° Biennale Romana). In seguito prende uno studio vicino a De Chirico e Guidi entrando a far parte del gruppo dei "Valori Plastici" e stringendo amicizia anche con Savinio, Broglio e De Pisis. Diventa un attivo frequentatore del celebre "Caffè Aragno" in compagnia di altri grandi artisti. Negli anni ‘50, durante l’ultima fase della sua vita, il percorso creativo muta radicalmente: Ruggeri sceglie di dedicarsi al mondo della pittura e sviluppa tematiche astratto-geometriche, caratterizzate da una forte componente cromatica. Dalle sue tele emergono cangianti tralicci compositivi di ascendenza costruttivista, in linea con l’Astrattismo italiano di quegli anni.